L’aspettativa e l’attaccamento come cause di sofferenza.
Questa antica Fiaba Indiana ci porta a riflettere su quanto possa essere inutile se non controproducente fantasticare sul futuro e crearsi troppe aspettative.
Tutte le antiche tradizioni spirituali ci insegnano che l’attaccamento è la causa della sofferenza. Anche l’aspettativa è una forma di attaccamento. E’ l’attaccamento a un desiderio che sotto forma di aspettativa ci porta a fantasticare e sognare ad occhi aperti.
Avere degli obbiettivi nella vita è importante ma senza mai perdere di vista il presente.
Fiaba Indiana – Il Bramino e il riso –
C’era una volta in un certo paese un Bramino di nome Svabhavakripana, che significa «taccagno nato».
Aveva accumulato grandi quantità di riso chiedendo l’elemosina, e dopo averselo mangiato tutto a cena, riempì un vaso con quel poco che ne restava.
Appese il recipiente al muro, si sdraiò sul divano sottostante guardando intensamente verso il vaso e cominciò a pensare:
“Ecco, il vaso è pieno di riso; se dovesse esserci una carestia, ne ricaverei almeno un centinaio di rupie vendendolo.
Con quei soldi comprerò due capre, che mi faranno i capretti ogni sei mesi, così in poco tempo avrò un intero gregge.
Poi, vendendo qualche capra, comprerò anche delle vacche, così mi faranno i vitelli.
Venderò i vitelli, e con il ricavato mi comprerò i bufali, e con i bufali, comprerò anche le giumente, le quali partoriranno tanti cavalli.
E quando li avrò venduti, farò un sacco di oro, e con l’oro potrò comprarmi una grande casa a quattro ali.
E così un bravo Bramino verrà a casa mia, e mi darà in sposa la sua bella figlia, con la sua ricca dote.
Essa mi darà un figlio, e lo chiameremo Somasarman.
Quando sarà grande abbastanza per saltellare sulle ginocchia di suo padre, siederemo insieme con un libro sul retro della scuderia, mentre io leggerò, il ragazzo mi vedrà, salterà dalle ginocchia della mamma e verrà sulle mie.
Se si avvicinerà troppo agli zoccoli del cavallo, mi farà arrabbiare e chiamerò sua madre di prendere il bambino.
Ma già immagino che naturalmente non mi ascolterà perché sarà troppo presa da qualche mestiere domestico: allora mi alzerò e le darò un tale calcione nel sedere che….”
E nel dire fra sé e sé così, diede un tale calcio con il piede al vaso, che si ruppe in mille pezzi, e tutto il riso gli si rovesciò addosso, riempiendolo di bianco.
Perciò da quel momento è nato il detto:
«Essere come il padre di Somasarman: quello sciocco che faceva sciocchi programmi per il futuro, che diventò tutto bianco.»
– fine –
tratta e tradotta da: http://www.paroledautore.net/fiabe/mondo/vaso_rotto.htm